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    I pilastri della vita aziendale: Valore, Rischio e Sostenibilità

    Rischio, valore e sostenibilità sono i pilastri su cui si basa la vita aziendale.
    Il management dedica infatti le sue energie alla creazione di valore, alla gestione dei rischi aziendali e a una crescita sostenibile di lungo periodo. 

    Vita aziendale: reazione di valore e propensione al rischio

    Se ci chiedessimo qual è l’obiettivo finale di un’azienda, potremmo innanzitutto pensare alla creazione di valore e quindi di cash flow positivi o, come si diceva in un recente passato, di profitti.

    Questo approccio, tuttavia, appare incompleto poiché ogni decisione economico-finanziaria non può che essere il risultato di una scelta rischio-rendimento.
    Un certo livello di profitto infatti, è di per sé difficile da valutare se non in relazione al rischio assunto per raggiungere tale risultato: a un maggiore rischio assunto dovrebbe conseguire una maggiore remunerazione in termini di profitto, per cui la creazione di valore può essere letta solo in stretta correlazione con la propensione al rischio che ogni entità deve avere.

    L’obiettivo finale di un’impresa allora non può essere la creazione di valore di per sé, ma la creazione di valore in linea con il livello di rischio che l’impresa intende assumere (c.d. Risk Appetite).

    La combinazione rischio-rendimento 

    La dimensione del rischio ha progressivamente assunto dignità pari a quella del valore, tanto che ci si chiede se, per ottimizzare la combinazione rischio-rendimento, sia necessario prima definire il Risk Appetite e successivamente massimizzare il valore in coerenza con la propria propensione al rischio, oppure individuare un percorso di creazione di valore e poi mitigare i rischi che si incontrano lungo questo percorso per equilibrare l’esposizione al rischio alla propria propensione (a rischiare).

    Il secondo approccio è forse più’ obsoleto, dato che vede la dimensione del rischio come una serie di ostacoli da rimuovere lungo il percorso di creazione del valore. Viceversa la creazione di valore passa attraverso la capacità di selezionare i rischi adeguati per grandezza e qualità al fine di generare una crescita sostenibile nel tempo.

     

    Il concetto di “sostenibilità”

    Stiamo così introducendo anche il concetto di sostenibilità dato che, come accennato, tre sono le dimensioni fondamentali della gestione aziendale. In altre parole, la combinazione rischio-rendimento deve essere sostenibile nel tempo e, per essere sostenibile, la creazione di valore non deve essere orientata solo al breve periodo e/o a vantaggio esclusivo degli azionisti.

    All’inizio degli anni Ottanta, Robert Edward Freeman, è stato il primo ad avanzare il pensiero della cosiddetta Stakeholder Theory, che ha aperto la strada allo sviluppo di una linea di riflessione incentrata sull’importanza di tutti quegli attori che possono influenzare o essere influenzati dalle strategie che l’azienda mette in atto (Freeman and Reed 1983). 

    Secondo William Evan e R.E.Freeman gli stakeholder “ are those groups who have a stake in or a claim on the firm. Specifically, we include suppliers, customers, employees, stockholders, and the local community, as well as management in its role as agent for these groups” (Evan e Freeman 1988).

    Più recentemente, nel 2011, Michael E. Porter e Mark R. Kramer hanno pubblicato l’articolo Creating Shared Value, in cui hanno presentato il concetto di creazione di valore condiviso: il legame tra vantaggio competitivo e responsabilità sociale delle imprese. Porter e Kramer, con il concetto di Valore Condiviso, mirano a reinventare il capitalismo per portare una crescita globale. In sintesi, gli obiettivi devono essere misurati nel medio-lungo termine e al centro delle decisioni aziendali non ci devono essere più solo gli azionisti, ma tutti gli stakeholder, passando così dal valore azionario al valore condiviso.

    In generale sostenibilità significa rispetto dell’ambiente in cui l’azienda opera, ovvero delle risorse naturali come l’energia, l’acqua e l’aria, evitando l’inquinamento e gestendo i rifiuti nell’ambito di processi di economia circolare. Ma significa anche, attenzione alla società e quindi ai diritti umani, allo sviluppo del capitale umano, alla non discriminazione di genere garantendo eque opportunità per tutti e attuazione di un’efficace governance aziendale implementando, ad esempio, pratiche anti-corruzione, la compliance, un corretto modello di remunerazione e, non ultima, proprio la gestione dei rischi aziendali.

     

    Obiettivi sociali e valore condiviso

    L’integrazione degli obiettivi sociali nel core business e nelle strategie dell’azienda implica necessariamente uno spostamento dell’orizzonte temporale di riferimento: il raggiungimento degli obiettivi e la valutazione delle performance devono essere misurati nel medio-lungo periodo, tenendo conto non solo del profitto immediato, ma anche del valore prodotto per l’azienda e per tutti gli stakeholder.

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